Ha suonato la campanella dell’ultimo giorno di scuola.
È trascorso il primo anno per Giovanni, studente attento anche se i compiti della fine settimana proprio non gli sono simpatici.
È trascorso il primo anno di superiori per Pietro, studente capace e ostinato, dai risultati che premiamo, giustamente, l’impegno.
È trascorso per Lorenzo un altro anno dedito alla ricerca di un ruolo che sia per lui, prima di tutti, appagante.
È trascorso per Rita appassionata ricercatrice del buono e della giusta forma del suo insegnamento per le forme di ragazzo che si trova tra le mani.
È trascorso anche per il sottoscritto, spettatore di una scuola che sempre più spesso non comprendo.
È trascorso per l’amica Roberta, mitica Prof., che oggi, già con nostalgia, è restata in ascolto della campanella che segna per lei un inizio, non certo la conclusione di un percorso.
Ma in quanti fuori dal mondo della scuola ascoltano quella campanella?
Quanti hanno interesse per la nostra scuola, condannandola così a una sempre maggiore distanza dal mondo reale?
I viaggio è, da tempo, di basso cabotaggio: l’interesse è per il voto che ci sarà sulla pagella del proprio figlio. È per evitare ai figli la bocciatura o la rimandatura (per i fortunati!), o la media del 7 o dell’8 o meglio ancora!
Non mi sembra di scorgere un grande interesse a un progetto di riforma culturale della scuola, che la professionalizzi rendendola a pieno titolo degna di interloquire con un mondo che è sempre più complicato e complesso.
E così capita di incontrare dirigenti che non si comprende con quali criteri siano stati selezionati, incapaci di prendere decisioni e così irrimediabilmente insicuri di quelle prese; docenti che ancora prentendono di avere un unico modello di insegnamento al quale spetta ai discenti conformarsi per ottenere la tanto agognata sufficienza, trasformata in una patente di normalità; e genitori che si sentono autorizzati a teorizzare che la lettura dei Promessi Sposi è ormai superata e il prezzo di acquisto del libro non “vale la candela“, tanto supponenti quanto per l’effetto supponenti pretendono di essere i ragazzi.
Sembra che la scuola non sia più un luogo di ricerca della conoscenza, ma una dispensatrice di certezze, “belle che fatte”, sia da una parte sia dall’altra.
Come può una scuola (compredendo anche i genitori) che sembra mancare degli anticorpi necessari per isolare e sterminare i virus di cui è infetta (in ogni componente genitori inclusi) essere autorevole interlocutrice degli altri attori della società? Essere anzi il motore di un virtuoso ingranaggio di diffusione della Cultura, che fa rima con spirito critico, capacità di adattamento a nuove realtà, abilità a risolvere problemi e non a crearne o peggio a divenire problemi?
Per chi ritiene che la Scuola debba avere questo fondamentale ruolo nella società, tanto più in quella di oggi, le storture che ogni giorno si intravvedono sono una ferita sanguinante.
Certo compensate da tanti altri esempi virtuosi, quasi sempre silenziosi o peggio ridotti al silenzio: Dirigenti capaci di decisioni ponderate idonee a resistere agli arrembaggi di chi vorrebe la scuola un isola del non far niente (quante responsabilità i sindacati!); Docenti appassionati della professione che scelgono di svolgere ogni giorno al suono della campanella che segna l’inizio delle lezioni; Genitori rispetosi dei ruoli di ciascuno, ma pronti a sostenere scelte virtuose per il bene non dei loro singoli figli, ma in generale per tutti i ragazzi, che davvero sono il nostro futuro, non è affatto un modo di dire!!
E così anche quest’anno la campanella dell’ultima ora è suonata, e questi interrogativi restano e forse si ingradiscono.
Ho però una certezza: dall’anno prossimo questa Scuola avrà una Docente in meno in aula, ma potrà contare sempre, se vorrà davvero migliorarsi, dell’energia vulcanica e strabordante e della competenza della Prof. Roberta.
Grazie di cuore Prof. !
Alessandro
giugno 15, 2017
Grazie Michele, in svizzera stiamo andando nella stessa direzzione… condivido la critica.
se hai possibilità di guardare il film “the alphabet” – originale in tedesco, ma cè anche in francese od inglese ti farà pensare ancora di piu,…
https://www.alphabet-film.be/fr/
http://www.imdb.com/title/tt3215346/
A documentary that analyzes the modern educational system and argues that it squelches children’s capacity for imagination, creativity, and independent thought.
capoepunto
giugno 15, 2017
Molto bello come intervento. Spesso le proposte di una scuola innovativa, digitale, inclusiva ecc… si scontrano con la realtà e la burocrazia e questo è un gran peccato