Che intensità questa fine settimana d’inizio della settimana di Pasqua.
Un progetto laborioso e di difficile attuazione: riportare la luce nella croce del campanile del Corpus Domini.
Due eventi sportivi importanti per Pietro e Lorenzo, impegnati nei tornei organizzati dalle loro rispettive associazioni sportive.
Nel mezzo io, Rita e Giovanni (…e Charlie).
Per il Campanile non ho potuto far granché, se no
n organizzare l’incontro di quattro persone, che solo insieme avrebbero potuto raggiungere il risultato. Da parte mia, ho voluto esserci, nonostante le vertigini provocate da scalette troppo ripide, troppo verticali. Sabato mattina una prima ascesa, il problema è più complesso di quello che si poteva immaginare dal basso. Ci si organizza per tornare su domenica mattina, con le attrezzature necessarie. Nodi da alpinista, imbracature, punti zero… una vera e propria spedizione. Alla fine il risultato è raggiunto. Alla sera tutti sul piazzale a guardare l’accensione della croce illuminata. Un segno importante, sempre attuale, che lega alla comunità parrocchiale le tante persone che gli anni avanzati o la malattia costringono agli arresti domiciliari, e dalla finestra scrutano il cielo anche alla ricerca di un segno luminoso.
Sabato pomeriggio è il turno di Pietro, le cui capacità atletiche son di molto superiori alle sue convinzioni. La gara è di quelle dure, 600 metri, con avversari agguerriti anche nel fisico. La gara è faticosa, ma Pietro non molla, con cadenza da maratoneta arriva al traguardo. Pochi metri sarebbero bastati per posizionarsi, sul podio, a fianco di un suo compagno di squadra abituato di solito a vincere. Gli avversari sono troppo forti anche per lui. Ma il coraggio è sfidare chi si sa più forti di noi, non quelli più deboli. Ci vogliono polmoni potenti per arrivare al traguardo, la fisicità dell’atletica sta nello sforzo senza fiato. Grande Pietro !!
Sabato sera il Torneo di rugby prende una piega che era, alla vigilia, insperata. Lorenzo e i compagni si guadagnano la finale del Torneo. La fisicità del rugby amplifica la felicità della vittoria. La finale è combattuta. Gli schemi di gioco, dai nomi presi in prestito dalle Winks, si rivelano vincenti con la squadra avversaria che punta sulle doti fisiche degli atleti. Al termine degli ultimi sei minuti di gioco, mentre la palla esce dal campo per un calcio liberatorio di Lorenzo, l’arbitro fischia la fine della partita. Il Torneo è vinto. Lentamente il luccichio della commozione, unisce gli occhi di genitori (fratelli) e ragazzi. Grande Lorenzo !!
Giovanni passa con disinvoltura da atleta da uno sport all’altro, da un fratello all’altro, e con generosità incita entrambi ad arrivare primi: “E’ Pietro che corre ? Forza Pi Pi !!“, “E’ la squadra di Lollo ? Forza Lollo!!“.
Una fine settimana trascorsa tra le vertigine dell’altezza, e le vertigine dell’orgoglio sportivo mio e di Rita. Forza ragazzi, metteteci sempre tutto l’impegno che potete, sarete comunque sempre soddisfatti di voi stessi ! Anche aldilà di ogni risultato ! D’altra parte, puntare in alto, vengono le vertigini, ma allarga l’orizzonte…

Posted on aprile 14, 2014
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