
Era proprio un venerdì, come quest’anno.
Ma non ricordo l’ora esatta, era comunque troppo presto, in quel mattino del 24 maggio di 17 anni fa.
Da due mesi tutto era sempre troppo presto. Il tempo giocava di anticipo, precipitando tutto nello scorrere frenetico dei secondi.
Un periodo vissuto di rincorsa, un allenamento affrettato per una gara troppo vicina.
Non ho ricordi nitidi di quei mesi concitati.
La memoria sa essere pietosa nella selezione.
Porto dentro di me, scolpiti nella memoria, vaghi ricordi di singoli momenti, e soprattutto la suggestione di alcune sensazioni.
Anche quel mattino, arrivato troppo in anticipo, è un impasto non amalgamato di ricordi e sensazioni.
La sensazione di un’attesa che si compiva sulle lancette di un disegno imperscrutabile. Il contrasto stridente tra la percezione che avveniva tutto troppo presto, e la serenità di poter essere solo così parte di un disegno più ampio.
Qualche anno più tardi, nel far sera del giorno che mi ha reso papà, ho percepito netta l’identità di vigore delle sensazioni vissute, pur di segno opposto. Un filo che legava strettamente il commiato a mio padre e il benvenuto a mio figlio. Due onde di emozioni profonde, di ossa e di vene.
E nella mente si è fatto spazio una frase donata da mio padre:
“E chi, pur nelle prove della dura vita, si ostina a voler sentire di tra le spine l’odore della rosa prossima ad aprirsi“.

michele galeotti
Maggio 25, 2013
…. esser parte di un disegno più ampio ….. il tempo che non basta …. e credere al profumo di una rosa che ancora deve sbocciare …..
Ho cercato di ricostruire e mi colpisce l’ostinazione cristiana di sentirsi parte di un ALTRO percorso, e la RINCORSA al tempo, rincorsa probabilmente da me non ancora sperimentata e la metafora …. quel PROFUMO che si avverte, che rimane, più che mai presente. grazie mik !!