Ius soli o “sola” di diritto ?

Posted on Maggio 11, 2013

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intercultura

JUS SOLI, l’argomento è di quelli che paiono scontati.
Eppure in Italia non è così !

Nell’Italia che si sente un Paese di avanzata Democrazia, che si è spellata le mani e si è entusiasmata per l’elezione di Barack Obama a Presidente degli Sati Uniti d’America e per la sua recente riconferma, in questa stessa Italia un Ministro nero, come ha rivendicato giustamente Cecile Kyenge, Ministro per l’integrazione, ha suscitato perplessità, fino ad arrivare alle indecenti e irricevibili scritte “TORNA IN CONGO!” (che sommessamente non necessitano di commento!!).

Allora l’argomento “jus soli” non è poi così scontato!
Sembra che resti un argomento da salotto, sul quale essere tutti d’accordo finchè si rimane, appunto, in salotto. Ma poi quando dal salotto si deve passare alla Camere, del Parlamento, i distinguo fioccano, le precisazioni si moltiplicano, le controindicazioni sociologiche pure, fino ad arrivare al classico dei leit motiv: non è il momento certo questo di crisi economica per pensare a delle spese in più ! Il post – anzi significativamente il minipost – di Grillo sull’argomenento è emblematico:

In Europa non è presente, se non con alcune eccezioni estremamente regolamentate, lo ius soli. Dalle dichiarazioni della sinistra che la trionferà (ma sempre a spese degli italiani) non è chiaro quali siano le condizioni che permetterebbero a chi nasce in Italia di diventare ipso facto cittadino italiano. Lo ius soli se si è nati in Italia da genitori stranieri e si risiede ininterrottamente fino a 18 anni è già un fatto acquisito. Chi vuole al compimento del 18simo anno di età può decidere di diventare cittadino italiano. Questa regola può naturalmente essere cambiata, ma solo attraverso un referendum nel quale si spiegano gli effetti di uno ius soli dalla nascita. Una decisione che può cambiare nel tempo la geografia del Paese non può essere lasciata a un gruppetto di parlamentari e di politici in campagna elettorale permanente. Inoltre, ancor prima del referendum, lo ius soli dovrebbe essere materia di discussione e di concertazione con gli Stati della UE. Chi entra in Italia, infatti, entra in Europa.

E allora, torno a ripetere, il tema “jus soli” non è poi così scontato, o meglio lo si preferisce trasformare in un “sola” di diritto, ovvero in qualcosa su cui tutti superficialmente si è d’accordo, quanto meno perche la politically correct lo impone, ma nulla di più, lo si lascia nei salotti come ottimo argomento.

Eppure non c’è necessità di legge costituzionale, è sufficiente una legge ordinaria, per la verità è pure bella che pronta una proposta di legge di iniziativa popolare che è stata già depositata in Parlamento con oltre 100.000 firme, nell’ambito della campagna “L’Italia sono anch’io” promossa e sostenuta da 19 associazione afferenti al mondo laico e religioso. L’amico Alessandro Volta, marito-padre-medico e amico, prima che consigliere comunale di Parma del PD, si occupa dell’argomento da tanto e molto meglio del sottoscritto, e conosce bene l’effettiva emarginazione in cui pone la mancanza di cittadinanza. E lo confermano i racconti di mia moglie Rita, insegnante in una scuola superiore cittadina che è un crocevia di culture e nazionalità.

Eppure non si tratterebbe che di “legalizzare” una realtà esistente di cui ormai è indispensabile prendere atto, non potendo più proseguire con la politica dello struzzo. Tanto più che, anche nella nostra rispettabilissima Parma, sono tanti i pramzan dal sass, che la testa l’hanno già alzata da tempo, e hanno affittato, a prezzi elevati, qualsiasi spazio (cantine, solai, garage, negozi in disuso) privi di alcuna abitabilità, a persone poste in situazione di incertezza e debolezza dalla mancanza della cittadinanza e legate  così a permessi di soggiorno sempre meno sicuri per effetto dei tanti licenziamenti che per primi li vedono destinatari, in questa feroce crisi economica.

D’altra parte si tratterebbe soltanto di consentire a tanti bambini nati in Italia di accedere al binario dell’appartenenza allo Stato, in una logica che include nel rispetto reciproco.

Temo che proprio questo ultimo passaggio sia il nodo più difficile da sciogliere, e che probabilmente il tema “jus soli” sia diventato così poco scontato in Italia, una “sola” di diritto, anche o soprattutto per colpa delle strumentalizzazioni di cui tale argomentoè stato reso oggetto, da parte tanto dei favorevoli, quanto degli sfavorevoli. Il Popolo Italiano di poeti e navigatori, che ha ben conosciuto sulla pelle di tanti suoi figli il duro significato della parola emigrazione, ha lentamente dimenticato, scivolando nella logica della distinzione e della esclusione. Tale atteggiamento è innanzitutto contro la Storia, e non solo del passato soprattutto per noi italiani, ma soprattutto per quella presente e per quella futura.

Il tema deve dunque tornare a essere autenticamente scontato, non essere più una “sola” strumentalizzata e stiracchiata in un senso o nell’altro. Per questa ragione, questo blog-non-luogo si prefigge lo scopo ambizioso di contribuire, per la sua piccola parte, a un approfondimento vero, a un confronto autentico.

cittadinanza

Posted in: Buone maniere, Polis