Pur ritenendo che il Governo di Enrico Letta costituisca al momento, e sopratutto dopo la necessità di riconfermare Napolitano, l’unica soluzione possibile (non la migliore! tantomeno quella più desiderata!!), è indispensabile avere consapevolezza del trappolone che è stato attivato. Nutro tuttavia molte speranze sulle capacità di equilibrista di Enrico Letta, la cui sopravvivenza, ma sopratutto la sua capacità di incidere sui problemi della nostra Italia, sono legati al “parlar chiaro”. E su questo fronte il Premier mi sembra che si stia muovendo con sapienza.
L’acuto Giovanni Sartori tratteggia la fisionomia del trappole.
LA CONVENZIONE PER LE RIFORME
Attenti al trappolone
Il primo maggio nel mio editoriale avevo deliberatamente ignorato la proposta dei «saggi» di creare un nuovo organo costituente battezzato Convenzione per le riforme addetto, appunto, a rivedere e rifare la nostra Costituzione. L’avevo ignorata perché mi interessava spiegare come ci potevamo facilmente liberare del Porcellum sostituendolo con uno dei due sistemi elettorali più accreditati e ben riusciti dell’Occidente: il sistema maggioritario a doppio turno della Francia, oppure il sistema tedesco. Ad entrambi si sarebbero poi dovute aggiungere strutture costituzionali che avrebbero richiesto più tempo; ma intanto il rischio di restare con il Porcellum sarebbe sparito. Perché i sistemi elettorali sono, in Italia, materia di legge ordinaria, e quindi disgiungibili da riforme costituzionali i cui tempi possono essere lunghi e soprattutto facilmente allungabili.
Ma oramai questa malefatta – la convenzione per le riforme – è fatta. E mi incombe ora di spiegare perché sia da temere.
In Italia non siamo alla prima prova. Si cominciò nel 1985 con la commissione Bozzi, che combinò poco o nulla. Venne poi, nel 1997, la Bicamerale presieduta da D’Alema che lavorò seriamente ma che alla fine Berlusconi fece affondare. Seguì poi la cosidetta Costituzione di Lorenzago, opera svelta di quattro gatti ma fortemente voluta e sostenuta da Bossi e Berlusconi. Per respingerla (come meritava) si dovette combattere un referendum che la bocciò nel giugno 2006. Quindi oggi siamo alla quarta prova di rilievo: e si pensa a una commissione di ben 75 membri (tanti quanti furono i costituenti del 1946-48) costituita da delegazioni di partito, più qualche esterno al Parlamento.Sia chiaro: anche se mi contenterei di una decina di ritocchi alla Costituzione vigente, io non sono contrario ad adottare, alla grande, il semipresidenzialismo francese fondato su elezioni a doppio turno, o il sistema federale tedesco. Anzi, mi batto per una di queste due formule da un decennio o anche due. Il punto è che le buone Costituzioni debbono essere stese da giuristi e costituzionalisti. La Costituzione di Weimar fu scritta da Preuss, quella della V Repubblica francese da Debré, e così via. Le assemblee di politici non sanno e nemmeno vogliono stendere una buona Costituzione che è tale per tutti. L’America Latina ha scritto e riscritto da un secolo a questa parte decine di Costituzioni che sono l’una peggio dell’altra. Sarebbe lo stesso oggi, in Italia. Infinitamente meglio, allora, adottare una Costituzione già collaudata e sicuramente funzionante.
E vengo al trappolone. Berlusconi sostiene il governo Letta finché gli farà comodo, e cioè finché la sua popolarità anti Imu (e simili) non abbia raggiunto un livello di sicurezza a prova di bomba. Intanto la commissione per le riforme resterà impigliata nel dibattere le riforme costituzionali. E al momento giusto per lui, «Re Berlusconi» farà cadere il governo Letta, chiederà nuove elezioni che stravincerà da solo tornando a votare con il Porcellum . Il trappolone è perfetto. I suoi hanno già detto che si dovrà discutere la forma dello Stato prima o comunque insieme alla riforma elettorale. Così potranno tirare per le lunghe finché Berlusconi non sarà pronto a farsi rivotare con la legge truffa di Calderoli. Come dicevo, un trappolone perfetto. Un vecchio proverbio diceva che il mondo è fatto a scale, c’è chi scende e c’è chi sale. Nel mio scenario il nostro Cavaliere sale, continua a salire.
Giovanni Sartori da Corriere della Sera on line dell’8 maggio 2013
Cesare
Maggio 8, 2013
Il trappolone era evidente fin dall’inizio e si deve riconoscere a Silvio di essere a suo modo un genio della strategia e comunicazione politica (mi costa dirlo, ma lo penso…).
Non escluderei nemmeno che una legge elettorale migliorativa si faccia sul serio e che Silvio riesca ad attribuirsene il merito, per andare poi alle elezioni quando preferirà farlo appuntandosi al petto anche questa medaglia. D’altra parte già adesso é agli occhi di tutti un vincente e primeggia nei sondaggi…
M P Blog
Maggio 8, 2013
Puoi ben immaginare quanto costi anche a me, ma davvero è così. E non consola pensare che l’altezza più o meno elevata è anche data dal confronto con quella di chi lo circonda, perché si ha così la controprova della complessiva disarmante bassezza degli attuali protagonisti politici!
Morello
Maggio 8, 2013
Tutto vero e condivisibile, manca solo la localizzazione storica di questa idea, e’ tutto merito del PD quando qualche mese fa era convinto di vincere le elezioni e, a parte le dichiarazioni pubbliche, era il più innamorato del porcellum nella convinzione che con qualche voto in più gli avrebbe garantito il governo per un quinquennio. La vera disgrazia e’ che non e’ cambiato nulla ed una riforma elettorale seria e’ il terrore di tutti quei politicanti che perderebbero il loro orticello nel caso fosse approvata. Tagliarsi un ditino sano da soli e’ un’impresa che crea molti problemi esistenziali !!!
M P Blog
Maggio 8, 2013
Hai ragione! Credo però che ormai si debba avere la consapevolezza che è meglio tagliare un dito (forse anche l’intero braccio!) che è invero in cancrena conclamata, per evitare il rischio di portare alla morte l’intero corpo!