Che la vita sia una lenta e inesorabile metamorfosi, non è scoperta tanto più sconvolgente di quella dell’acqua calda.
Sempre sorprendente è invece la forza degli istanti in cui, all’improvviso, si prende coscienza del punto in cui è arrivata tale metamorfosi, e non mi riferisco soltanto ai sempre più numerosi capelli bianchi.
Uno di questi istanti prodigiosi si è compiuto in tutta la sua intensità prorompente proprio lo scorso 14 febbraio: San Valentino, il giorno degli innamorati, ha coinciso con il giorno delle pagelle di fine primo quadrimestre!
Fato bendato? No, scientifica crudeltà del corpo docente di un intero istituto comprensivo (si è già detto della creatività in San Valentino docente).
Il ricordo, ahimè lontano, della trepidazione dei fidanzati giorni di San Valentino, dei regali, delle cene, della scelta accurata dei ristoranti, è comunque in me vigoroso e mi scalda il cuore, che non percepisco tante diverso da quello di allora.
D’altra parte la forza dell’Amore è innanzitutto l’eterna giovinezza: un amore vecchio chi lo vorrebbe mai! Un amore antico è la meta di ogni coppia!
Così ispirato, anche quest’anno ho affrontato San Valentino, tentando (ingenuo) di trascurare la crudele coincidenza con il giorno delle pagelle.
Ho pensato per giorni a un dono significativo, e ad altrettanto significanti parole di accompagnamento.
Il giorno è arrivato… ma altrettanto sono arrivate le pagelle.
L’ispirazione romantica da cupido si è dissolta all’istante, la sensazione benefica di giovinezza, fuori dalla logica del tempo, ispirata dall’amore si è andata a schiantare nel contingente: nella consegna delle pagelle del primo quadrimestre 2013.
Da romantico innamorato sono ri-precipitato violentemente nel ruolo di padre, da autore e protagonista dello “spettacolo d’arte varia di uno innamorato di Te” (Paolo Conte, Via con me) ho ri-vestito i panni del genitore, al quale spetta il compito di apprezzare e lodare gli indubbi risultati positivi dei figli, ma anche quello di rimproverare le carenze per spronare sempre verso il meglio, combattendo così la dilagante mediocrità tanto di moda.
Dello spirito “bacio perugina” di San Valentino cosa è rimasto?
Una cena apparecchiata dai figli con grande cura e candele rosse, trascorsa a parlare di pagelle. E poi, un ritagliato dopo cena di scambio di doni, pensieri d’autentico amore. formulati tra le pagelle.
Così il giorno di San Valentino si è trasformato in uno di quegli istanti, di cui dicevo all’inizio, di presa di coscienza della metamorfosi prodottasi.
Triste. No! Assolutamente no!
Direi invece utile.
Sono questi davvero gli istanti che segnano un percorso, una evoluzione, così come le pietre miliari segnano distanze compiute, che proiettano in orizzonti da percorrere.
E il vasino di Giovanni cosa c’entra in tutto questo?
C’entra eccome: Giovanni proprio oggi, per la prima volta, ha usato il vasino in modo proprio. Anche questa è una svolta, a suo modo una pietra miliare di un percorso proiettato verso l’autonomia, che passa anche dalla liberazione dal pannolotto.Si segna così un ulteriore passaggio in avanti della metamorfosi mia, di Rita e della nostra famiglia.
San Valentino, dunque, si festeggia anche attraverso le pagelle e il vasino dei nostri figli!

Cristina
febbraio 17, 2013
Un racconto bello perchè classicamente virtuoso, la virtù sta proprio nell’unire l’utile al bello e la vita vera dovrebbe essere una costante tensione e ricerca di verità. L’amore sta nella condivisione e nella pienezza dei nostri atti, ecco la rivoluzione più vera a dispetto di vite vissute per segmenti e divisioni. Una vita simbolica va sicuramente condivisa. Baci a tutti !!!!!!!!!!!!!!!!!