Elogio alla Passività

Posted on agosto 29, 2020

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Sono un iperattivo,

e un elogio alla passività da parte di un iperattivo può sorprendere.

Ma l’estate consente di riflettere,

l’orizzonte del mare aiuta.

Anche di comprendere idee e atteggiamenti che sono molto distanti da noi.

Solo gli sciocchi non cambiano idea,

e l’età che avanza non è un alibi alla scemenza.

E così, non senza sorpresa,

in quest’estate di un anno tremendamente “bisesto”,

variegate sollecitazioni mi hanno condotto a riflettere sull’essere passivo.

Conducendomi in terreni inesplorati,

esattamente agli antipodi del mio solito agire,

fatto di azione, spesso prima ancora di essere richiesta.

Un caro amico mi consiglia da tempo:

Rilassati, non puoi avere tutto sotto controllo!

E così tento,

non senza difficoltà, 

di imparare ad accogliere da passivo quanto accade.

A non intervenire,

a reprimere il senso di colpa da iperattivo,

sintomo della sindrome da super eroe.

Lasciare che gli altri intervengano,

attendere i loro tempi,

concedermi il tempo di aspettare, fermo.

Il risultato è stato sorprendente e inaspettato,

dopo un poco di sofferenza,

prevista e prevedibile,

ho fisicamente sentito la dolcezza degli altri.

Avevo dimenticato che la dolcezza non è solo quella che si dà,

ma anche quella che si riceve, 

che si consente agli altri di donare.

È farsi abbracciare con forza,

non solo abbracciare.

Lasciare agire,

non bloccare gli altri agendo.

Custodirsi è reciproca creatività nella dolcezza,

altrimenti può diventare costrizione.

L’inerzia degli altri può essere difesa all’iperattivismo:

C’è il Super Eroe, lascia fare a lui, ci tiene!

L’attivismo può reprimere la creatività,

la passività l’accoglie.

Saper accogliere la custodia degli altri,

è un modo di custodire altrettanto potente:

esprime fiducia!

L’imperativo è fidarsi!

Attenzione però,

passività non è affatto inerzia,

disinteresse per quanto ci circonda,

all’opposto, è stimolo all’attivismo degli altri.

Senza questo patto di fiducia,

resta doveroso l’attivismo che interviene,

perché il compito che ciascuno di noi ha

è di migliorare un poco la piccola porzione di ecosistema che gli è affidata.

Brevi riflessioni di un’estate di un anno che non dimenticherò mai.

Posted in: Alta montagna