Tutto in un avambraccio…

Posted on ottobre 25, 2018

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Ti chiami con il nome di chi quel giorno pareva assente ma non lo era.

Era un giovedì quel 26 ottobre.

Mai scorderò l’onda di emozioni che mi ha travolto quel giorno,
tornando a casa nel pomeriggio, sdraiato su una poltrona.
Lo stesso vigore ebbe solo l’onda, di verso contrario,
che mi travolse quando salutai mio padre.
Una vita “in entrata” richiamava una vita “in uscita”,
incontrarti per la prima si congiungeva all’ultimo saluto a mio padre.
Un passaggio di testimone, sentivo, si compiva in me.

Unknown-1.jpegCinquanta centimetri,
coricato per il lungo, nel mio avambraccio, dormivi.
Questa la misura che ho di te, come poi di Pietro e di Giovanni.

Giallino dovevi stare al sole,
l’autunno, in cui nascesti, impose di accontentarsi della luce.

Arrivasti tranquillo, um bimbo che mangiava e dormiva.
Ancora oggi sei ineguagliabile nella capacità di addormentarti
e dormire in mezzo al caos.

I muri della casa vennero comunque rivoluzionati.
Ma non solo i muri vennero rivoluzionati dal tuo arrivo,
e poi da quello di Pietro e di Giovanni!

D’altra parte serve spazio per accogliere e custodire
ma non per intrappolare, per crescere ma non per uniformare.

Sulla pelle me lo sono annotato: tre uccelli che volano dai rami di un albero,
sempre pronto coi propri rami “ad accogliere chi sa volare“.

Diciotto sono gli anni trascorsi da quel giovedì,
tanti i tratti e i ricordi, scolpiti in me, del tuo diventare grande.

L’agonismo, con il quale sapresti giocare persino a freccette,
che metti nel rugby, nonostante… tutti!

L’intuito con il quale sai spiazzarmi,
cogliendo in un istante il senso che a me sfugge.

La silenziosa sensibilità di cogliere e di vivere il dolore.
L’estate dell’anno con un giorno di troppo sono certo Ti abbia reso adulto,
anche se è faticoso esserlo sempre, soprattutto alla tua età.

Nel cuore conservo la partita di calcio vista con te e il nonno,
quando ormai il piano inclinato faceva scorrere la pallina veloce.
L’orgoglio del nonno ti sorreggerà sempre, sono certo che lo sai.
Non ti ho mai detto che quel 4 luglio ad Alghero mi parlò di te,
mi disse che le tue capacità erano notevoli,
mancava soltanto la costanza nell’impegno, era certo che sarebbe arrivata.

L’arguzia della tua ironia, la disponibilità nell’amicizia senza condizioni.

Unknown.jpeg

Il legame con i tuoi fratelli, di cui ti senti un po’ responsabile. Sappi sempre anteporre questo legame a tutto il resto, anche alla ragione!

E tanto altro…

Oggi diventi maggiorenne,
rassegnati: per me a la mamma resteari sempre lungo “50 cm”,
anche se non stai in un avambraccio ormai da tempo!

Come di recente mi ha insegnato una cara persona, alla quale mi lega un’amicizia antica, in questi ultimi anni ritrovata, una donna che conosce bene i fatti della vita non solo perchè mamma, l’augurio che ti faccio è di “starci dentro“!

E un augurio duplice.

Tu possa sempre “starci dentro per riuscire a nuotare e a cavartela nel mare, a volte molto agitato, dei giorni che scorrono. Nelle turbolenze che incrocerai ma anche nella calma piatta, così come nella brezza primaverile, sappi sempre avere la dote di intuire per tempo i limiti e i confini che non vanno oltrepassati; di restare sempre nella carreggiata, alla tua velocità e non a quella degli altri se non per rallentare e spingere chi è rimasto indietro o si è fermato, seguendo la direzione che sceglierai tu e non gli altri (io e la mamma compresi!) sapendo deviare solo per sorreggere altri e non per farti da loro cambiare strada. Sempre capace di chiedere aiuto quando ti servirà!

Tu possa sempre “starci dentro” per cogliere il cuore delle cose, non accontentandoti mai della scorza, succhiando sempre il succo di quello che ti capita. Ricordando che lo stare vicino, di fianco, sopra o sotto, non è “starci dentro”. Solo stando dentro le cose ci si fa coivolgere, e se ne comprende il vero significato, anche soltanto per decidere di uscirne. D’altra parte è proprio quel che facevi da bambino, quando smontavi i giochi per vederli dentro, e capire così perchè fossero così divertenti.

Sforzandoti di “starci dentro” comprenderai davvero le parole trascurate appese alla nostra porta di casa, di ingresso e di uscita: ogni istante che ci è donato viene da lontano soltanto per noi, è un’opportunità e una sfida da cogliere, non va sprecato, perchè è proprio vero che per “fare nuove tutte le cose” o semplicemente fare cose nuove, è indispensabile essere pronti a cose mai fatte, a sfide mai affrontate!

Buon compleanno!!

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Foto gentilmente concessa da Domenico D’Apice,                                  fotografo acuto non solo nella riflessione digitale.